WUSHU / KUNG FU
Un'arte millenaria che ancora oggi continua ad affascinare il Mondo
Generalmente si pensa che il WuShu sia una pratica fisica di potenza. che serva per battere un’altra persona in un combattimento corpo a corpo. Ma, in realtà, non si tratta né di una tecnica di dominazione, né tantomeno di un mezzo di combattimento per sconfiggere l’avversario.
Il vero Kung Fu/Wushu, a differenza di quello presentato dai mass-media, è qualcosa di molto speciale e come tale non è facilmente definibile, né classificabile. Il vero Kung Fu è uno spirito, un’idea, una tradizione, un modo di vita.
Cercare di esprimere la sua essenza con le parole è come descrivere la luna ad un cieco. Se per un momento il Kung Fu potesse essere riportato ad un comune denominatore potrebbe essere, come appare alla gente, una forma di auto-difesa.
Mentre il combattimento è, in verità, solo una parte di questa arte, il Kung Fu oltrepassò questi angusti limiti migliaia di anni fa. Tradizionalmente gli uomini e le donne del Kung Fu, dovevano studiare molte materie, quali: l’insegnamento scolastico, l’alchimia, le armi, la filosofia pratica (Taoismo-Buddismo) e la medicina cinese; (occorre notare che la Cina ha una lunga tradizione di divisione di ruoli secondo il sesso, il Kung Fu no; grandi maestri e guerrieri erano spesso donne).
Gli studenti che erano stati in grado di apprendere alla perfezione tutte le materie imposte venivano chiamati “Sifu”, ovvero “Maestro”. Molti Maestri erano spesso preti, monaci, suore o eremiti, poiché in questo modo essi avevano molto tempo da dedicare allo studio delle varie pratiche.
Il vero Kung Fu/Wushu, a differenza di quello presentato dai mass-media, è qualcosa di molto speciale e come tale non è facilmente definibile, né classificabile. Il vero Kung Fu è uno spirito, un’idea, una tradizione, un modo di vita.
Cercare di esprimere la sua essenza con le parole è come descrivere la luna ad un cieco. Se per un momento il Kung Fu potesse essere riportato ad un comune denominatore potrebbe essere, come appare alla gente, una forma di auto-difesa.
Mentre il combattimento è, in verità, solo una parte di questa arte, il Kung Fu oltrepassò questi angusti limiti migliaia di anni fa. Tradizionalmente gli uomini e le donne del Kung Fu, dovevano studiare molte materie, quali: l’insegnamento scolastico, l’alchimia, le armi, la filosofia pratica (Taoismo-Buddismo) e la medicina cinese; (occorre notare che la Cina ha una lunga tradizione di divisione di ruoli secondo il sesso, il Kung Fu no; grandi maestri e guerrieri erano spesso donne).
Gli studenti che erano stati in grado di apprendere alla perfezione tutte le materie imposte venivano chiamati “Sifu”, ovvero “Maestro”. Molti Maestri erano spesso preti, monaci, suore o eremiti, poiché in questo modo essi avevano molto tempo da dedicare allo studio delle varie pratiche.



SANDA (SANSHOU)
Sanda, meglio conosciuto come Sanshou: la Kick Boxing Cinese
Quando negli anni 60 il Wushu si stava trasformando in uno “sport” moderno per mano del governo cinese, venne dato il mandato ai più grandi maestri di tutta la Cina di riorganizzare l’enorme patrimonio tecnico del Wushu. Questo per creare uno stile di combattimento con regole precise secondo le quali combattenti provenienti da scuole diverse potessero confrontarsi. Al fine di limitare gli infortuni venne inoltre deciso di adottare delle opportune protezioni, tutt’ora utilizzate. Nasceva quella disciplina che tutti in Italia conosciamo sotto il nome di Sanda, mentre all’estero, in particolare negli USA, prende il nome di Sanshou oppure Chinese Kickboxing.
Il Sanda (letteralmente “combattimento libero”), è un sistema di lotta di estrema efficacia. Rappresenta la parte più applicativa del Wushu cinese e prevede un diretto approccio con il combattimento attraverso metodologie di addestramento che integrano sviluppo atletico e tecnico. Esso racchiude le tecniche di gamba tipiche delle scuole del nord della Cina (famose fin dai tempi antichi per i devastanti calci), le tecniche di atterramento e le tecniche di pugno a lunga e media distanza.
Anche un occhio non abituato a vedere sport da combattimento, e che potrebbe reputare uguali le discipline in cui si portano colpi di mano e di piede, riesce a riconoscere immediatamente che la tecnica principe del Sanda sono le proiezioni. Il Sanda infatti ha mutuato queste tecniche dalla lotta cinese, o Shuai Jiao. Altre discipline simili, come ad esempio la Thai Boxe, fanno un certo uso delle proiezioni però ricoprono un ruolo di secondo piano. Se le proiezioni eseguite non influenzano il punteggio finale difficilmente saranno applicate dai contendenti.
La Thai Boxe in particolare è stata fortemente influenzata dal mondo delle scommesse che la circonda: solitamente infatti viene pagato un premio differente a seconda della tecnica utilizzata nel momento in cui viene messo KO un combattente ed in genere si paga di più per un calcio circolare alto, o Tae Kaen Ko, portato con la tibia sulla testa dell’avversario. E’ logico allora che chi affronta un incontro di Thai Boxe punterà a mettere KO l’avversario con un calcio circolare alto, facendone di conseguenza un uso sistematico. Oltretutto nella Thai Boxe e’ permesso bloccare l’avversario e colpirlo, essendo il clinch considerato in tutto e per tutto una distanza di combattimento. Nel Sanda invece vige una regola che una tecnica di proiezione deve essere eseguita entro un lasso di tempo non superiore ai 2 secondi, tempo oltre il quale l’arbitro interromperà l’azione e farà riprendere l’incontro al centro del LeiTai. Questo per non penalizzare il realismo dell’incontro e per renderne il ritmo più fluido.
Il Sanda (letteralmente “combattimento libero”), è un sistema di lotta di estrema efficacia. Rappresenta la parte più applicativa del Wushu cinese e prevede un diretto approccio con il combattimento attraverso metodologie di addestramento che integrano sviluppo atletico e tecnico. Esso racchiude le tecniche di gamba tipiche delle scuole del nord della Cina (famose fin dai tempi antichi per i devastanti calci), le tecniche di atterramento e le tecniche di pugno a lunga e media distanza.
Anche un occhio non abituato a vedere sport da combattimento, e che potrebbe reputare uguali le discipline in cui si portano colpi di mano e di piede, riesce a riconoscere immediatamente che la tecnica principe del Sanda sono le proiezioni. Il Sanda infatti ha mutuato queste tecniche dalla lotta cinese, o Shuai Jiao. Altre discipline simili, come ad esempio la Thai Boxe, fanno un certo uso delle proiezioni però ricoprono un ruolo di secondo piano. Se le proiezioni eseguite non influenzano il punteggio finale difficilmente saranno applicate dai contendenti.
La Thai Boxe in particolare è stata fortemente influenzata dal mondo delle scommesse che la circonda: solitamente infatti viene pagato un premio differente a seconda della tecnica utilizzata nel momento in cui viene messo KO un combattente ed in genere si paga di più per un calcio circolare alto, o Tae Kaen Ko, portato con la tibia sulla testa dell’avversario. E’ logico allora che chi affronta un incontro di Thai Boxe punterà a mettere KO l’avversario con un calcio circolare alto, facendone di conseguenza un uso sistematico. Oltretutto nella Thai Boxe e’ permesso bloccare l’avversario e colpirlo, essendo il clinch considerato in tutto e per tutto una distanza di combattimento. Nel Sanda invece vige una regola che una tecnica di proiezione deve essere eseguita entro un lasso di tempo non superiore ai 2 secondi, tempo oltre il quale l’arbitro interromperà l’azione e farà riprendere l’incontro al centro del LeiTai. Questo per non penalizzare il realismo dell’incontro e per renderne il ritmo più fluido.
